I festeggiamenti per le nozze di Maria de' Medici col re di
Francia Enrico IV aprono degnamente il secolo teatrale per eccellenza. Dopo aver
assistito a Palazzo Pitti alla nuova meraviglia dell'arte italiana: il
melodramma (Euridice di Ottavio
Rinuccini e Jacopo Peri), gli invitati
stupiscono alle invenzioni del Buontalenti per Il rapimento di Cefalo “composta
dal sig. Gabriello Chiabrera e messa in musica da
Giulio Caccini [...] alla presenza della
Novella Regina, del card.le Legato, e di ben tremila gentiluomini e di ottocento
gentildonne". (Federico Zuccari).
TRAMA
Prologo
Dopo un prologo, cantato dalla personificazione della "Tragedia", la scena si
apre su di un ambiente pastorale dove si celebrano le nozze di Orfeo con
Euridice con i pastori che intonano il coro a 5 voci "Al canto, al ballo";
questo coro, che presenta vari passaggi in imitazione testimonia come «la
tradizione contrappuntistica sia presente anche nel primo esemplare del
nuovo stile monodico».
Successivamente Orfeo saluta i luoghi che lo vedono sereno, un brano giudicato
da Massimo Mila il primo esempio storicamente noto di "recitar cantando". Subito
dopo, preceduti dal suono di un triflauto, in un ambiente agreste, intervengono
nell'ordine i pastori Tirsi e Dafne. Quest'ultima narra la vicenda di Euridice
scomparsa dopo essere stata morsa da un serpente mentre era intenta a cogliere
fiori. Segue il lamento di Orfeo "Non piango non sospiro" giudicato il vertice
lirico e musicale dell'opera.
Nella scena successiva Orfeo, davanti alle porte dell'Averno, con l'intento di
commuovere gli abitanti degli inferi, canta l'arioso "Funeste piagge". Dal punto
di vista musicale si ha l'imitazione del pianto è realizzata con un contrattempo
sull'esclamazione "Ohimè" e dall'inflessione armonica dalla dominante alla
sensibile[3]. Proserpina interverrà per piegare Plutone, ed Euridice viene resa
ad Orfeo. La scena è chiusa da un doppio coro di ombre degli inferi che
l'assenza della voce di soprano rende di timbro scuro.
Si ritorna alla scena iniziale: ninfe e pastori si rallegrano per il
ricongiungimento di Orfeo ed Euridice con cori che si alternano a danze, in
sintonia con l'occasione nuziale che ha dato origine alla festa.
Anche Giulio Caccini, il quale aveva
contribuito all'Euridice del Peri con alcune arie
(l'aria di Euridice, l'aria del pastore e il coro "Al canto, al ballo") si pose
a musicare, nello stesso anno, lo stesso testo del
Rinuccini.
RUOLI E INTERPRETI DELLA PRIMA RAPPRESENTAZIONE
La Tragedia
soprano castrato
"Giovannino del Signor Emilio" (de'
Cavalieri),
cioè Giovannino Boccherini
Euridice
soprano
Vittoria Archilei
Orfeo
tenore
Jacopo Peri
Arcetro
un pastore
contralto castrato
Antonio Brandi
Tirsi
un pastore
tenore
Francesco Rasi
Aminta
un pastore
tenore
Francesco Rasi
Dafne
una messaggera
soprano (voce bianca)
Jacopo Giusti
Venere
soprano castrato (in travesti)
Fabio, "castrato del Signor Emilio"
Plutone
basso
Melchior Palantrotti
Proserpina
soprano castrato (in travesti)
Fabio, "castrato del Signor Emilio"
Radamanto
tenore
Piero Mon
Caronte
basso
?
Choro di Ninfe e Pastori
Choro di ombre e Deità d'Inferno
Copyright 2022
LATORRE EDITORE
VIALE DELLA RIMEMBRANZA 23
15067 NOVI LIGURE AL ITALY