OPERAMONDO

Dans vos viviers, dans vos étangs,
Carpes,
que vous vivez longtemps!
Est-ce que la mort vous oublie,
Poissons de la mélancolie.

 

UN MONDO DI LIBRI

UN LIBRO DEL MONDO

 

LATORRE EDITORE

 

OPERA



DAFNE
DI JACOPO PERI

Firenze, Carnevale 1598 (o inverno 1594-95)

Dafne di Jacopo Peri e Jacopo Corsi, "messa in musica con poco numero di suoni, con brevità di scene e in piccola stanza rappresentata" (Pietro Brandi). Il libretto di Ottavio Rinuccini rimanda all'ambiente pastorale e alla tradizione spettacolare di Aminta e Pastor Fido, allontanandosi così dalla pratica degli intermedi. Dafne può essere considerata il primo esempio di opera il cui testo venga musicato dall'inizio alla fine. Si tratta di un esperimento nato nella cerchia umanistica di compositori fiorentini, che riconosce in Corsi un maestro. Un precedente è l'intermedio Il combattimento di Apollo con il pitone del 1589, che, rielaborato, ora fa parte della prima scena della Dafne. L'opera ha molto successo e viene rappresentata più volte nei carnevali degli anni successivi. 


LA TRAMA DI 'DAFNE'  DI JACOPO PERI

Prologo.  Ovidio presenta l'exemplum su cui verte lo spettacolo: mostrare 'quanto sia (...) periglio / la potenza d'Amor recarsi a vile'.

Scena prima.  Pastori e ninfe lamentano la persecuzione di un''orrida belva' che infesta i campo e le selve, e invocano il soccorso divino. Apollo 'mette mano a l'arco e saetta il Pitone': torna la pace nei prati e nei boschi e il coro scioglie un inno di ringraziamento al dio.

Scena seconda.  Amore è schernito da Apollo, a sua volta messo in guardia da Venere contro i rischi del 'pargoletto, ignudo e cieco'. Amore promette di vendicarsi e Venere si allontana prudentemente dal figlio,  poiché quando è irato è meglio non stargli vicino. Il coro commenta la potenza di Amore e i casi di giovani trasformati in fiori perché perdutamente innamorati.

Scena terza.  Apollo si imbatte nella ninfa Dafne e ne rimane folgorato, ma la ragazza è solo interessata a cacciare una fiera; non lo degna di uno sguardo e lo respinge con un secco rifiuto: 'Altri che l'arco mio / non vo' compagno: addio'.

Scena quarta.  Amore racconta alla madre l'innamoramento di Apollo. Commento del coro.

Scena quinta.  Un nunzio racconta il prodigio accaduto: Dafne, inseguita da Apollo, ha pregato gli dei di salvarla dall'importuno maschio violentatore, ed è stata trasformata in pianta di alloro.. Apollo, 'confuso d'orrore e di pietate, / restò per lungo spazio immobil sasso'.

Scena sesta.  Si avanza il dio, che intona un lamento e dichiara sacro l'alloro, pianta le cui foglie cingeranno 'i bei cigni di Dirce e i sommi regi'. Il coro finale commenta l'accaduto riportando il ragionamento su un tono di medietas e di sana morale 'umana': altro che alloro, se mai - dice il coro - dovessi darmela a gambe di fronte a un vero amante, possa  io essere trasformato in erbaccia, cibo di greggi e armenti!

 

 

 




 

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