OPERAMONDO

 

Dans vos viviers, dans vos étangs,
Carpes,
que vous vivez longtemps!
Est-ce que la mort vous oublie,
Poissons de la mélancolie.

 

UN MONDO DI LIBRI

UN LIBRO DEL MONDO

 

VAGHE.STELLE

 

 

 

 

ANDREA ZANZOTTO

 

LA VITA SILENZIOSA

 

 

a M.

 

I

Sediamo insieme ancora

tra colli, nella domestica selva.

Tenere fronde dalle tempie scostiamo,

soli e cardi e vivaci prati scosto

da te, amica. O erbe che salite

verso il buio duraturo, verso

qui omnia vincit.

E venti estinguono e rinnovano

a ogni volgere d'ore e d'acque

le anime nostre.

Ma noi sediamo intenti

sempre a una muta fedele difesa.

Tenera sarà la mia voce e dimessa

ma non vile,

raggiante nella gola

- che mai l'ombra dovrebbe toccare -

raggiante sarà la tua voce

di sposalizio, di domenica.

Non saremo potenti, non lodati,

accosteremo i capelli e le fronti

a vivere

foglie, nuvole, nevi.

Altri vedrà e conoscerà: la forza

d'altri cieli, di pingui

reintegratrici

atmosfere, d'ebbri paradossi,

altri moverà storia

e sorte. A noi

le madri nella cucina fuochi

poveri vegliano, dolce

legna in cortili cui già cinge il nulla

colgono. Poco latte

ci nutrirà finché

stolti amorosi inutili

la vecchiezza ci toglierà, che nel prossimo

campo le mal fiorite aiole

prepara e del cuore

i battiti incerti, la pena

e l'irreversibile stasi.

 

II

Ma tu conoscerai del mio sorriso

l'implorazione ferma

nei millenni come una ferita,

io del tuo l'alba a ogni alba.

Germoglio lieve ti conoscerò:

quanto aprirai, quanto ci appagherai

di lievi avvenimenti.

Droghe innocue, bufere di marzo;

orti d'iridi e di cera, sinecure

per menti e mani molli d'allergie;

letture su pulviscoli d'estati,

letture su piogge, tra spine infinite di piogge.

Talvolta Urania il vero

come armato frutto ci spezzerà davanti:

massimi cieli,

voli che la notte

solstiziale riattizza,

gemme di remotissimi

odî e amori, d'idrogeno

sfolgorante fatica:

deposti qui nell'acqua di un pianeta

per profili di colchici e libellule.

 

Forse alzerò fino a te le mie ciglia

fino a te la mia bocca cui l'attesa

alterò dire, esistere.

E anche nella terra,

domani, l'ultimo mio indizio

inazzurrirà di stellati entusiasmi,

di veloci convulse speranze.

 

Avremo lontananze capovolte

specchi che resero immagini rubate

fiori usciti da mura ad adorarti.

Saremo un solo affanno un solo oblio.

 

IX Ecloghe

Mondadori 1962

 

Voce Nazzareno Luigi Todarello

 


 

 

 



 

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