VOI CH'ASCOLTATE IN RIME
SPARSE
SOLO E PENSOSO I PIU'
DESERTI CAMPI
ERANO I CAPEI D'ORO A
L'AURA SPARSI
QUEL VAGO IMPALLIDIR CH
'L DOLCE RISO
LEVOMMI IL MIO PENSER
IN PARTE OV'ERA
QUEL ROSIGNOL, CHE SI'
SOVE PIAGNE
CHIARE, FRESCHE E
DOLCI ACQUE
OPERAMONDOlibri LATORRE EDITORE
OPERAMONDOlibri
LATORRE EDIT
OPERAMONDOlibri LATORRE EDITORE
Voi ch'ascoltate in rime sparse il sono
di quei sospiri ond'io nudriva 'l core
in sul mio primo giovenile errore
quand'era in parte altr'uom da quel ch'i'
sono,
del vario stile in ch'io piango e ragiono
fra le vane speranze e 'l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.
Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;
e del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto,
e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno
OPERAMONDOlibri LATORRE EDITORE
CANZONIERE, I
OPERAMONDOlibri LATORRE EDITORE
TOP
OPERAMONDOlibri LATORRE EDITORE
OPERAMONDOlibri LATORRE EDITORE
OPERAMONDOlibri LATORRE EDITORE
Solo e pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti,
e gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l’arena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger delle genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:
sì ch’io mi credo omai che monti e piagge
e fiumi e selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, e io co llui.
CANZONIERE, XXXV
OPERAMONDOlibri
TOP
OPERAMONDOlibri
OPERAMONDOlibri LATORRE EDITORE
OPERAMONDOlibri LATORRE EDITORE
Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
che 'n mille dolci nodi gli avolgea,
e ‘l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi, ch'or ne son sí scarsi;
e 'l viso di pietosi color' farsi,
non so se vero o falso, mi parea:
i' che l'ésca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di súbito arsi?
Non era l'andar suo cosa mortale,
ma d'angelica forma; e le parole
sonavan altro, che pur voce humana.
Uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch'i' vidi: e se non fosse or tale,
piagha per allentar d'arco non sana.
OPERAMONDOlibri